Schede PAF

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Pianificazione Forestale in Basilicata

La politica forestale in Regione Basilicata si basa su tre livelli distinti e di specificità graduale; il primo livello trova attuazione nel Piano Forestale Regionale (P.F.R.) in corso di validità per il decennio 2013 – 2022, che costituisce il principale documento di indirizzo di programmazione per il settore forestale. Il secondo livello è rappresentato dai Piani di Indirizzo Territoriale (P.F.T.I.), a carattere sovracomunale, raggruppante aree più o meno omogenee, spesso coincidenti con il territorio di competenza degli Enti delegati alla forestazione (le ex Comunità Montane).

Questi Piani analizzano tutte le componenti agro – forestali – pascolive, socio-economiche ed ambientali dei territori presi in considerazione, a prescindere dai confini amministrativi presenti tra loro. Attualmente sono stati completati i P.F.T.I. riguardanti i territori di competenza delle ex Comunità Montane “Collina Materana” ed “Alta Val D’Agri”.

Il terzo livello è quello maggiormente dettagliato e coincide con i Piani di Assestamento Forestale (P.A.F.). L’obbligatorietà del P.A.F. per la gestione delle aree demaniali è sancita dalla Legge Regionale 42 del 10.11.1998, mentre le modalità di redazione, approvazione ed esecuzione fanno riferimento alla Delibera di Giunta Regionale n. 613 del 30.04.2008, che stabilisce anche la possibilità di cofinanziamento per il 70% delle spese di redazione sostenute dagli Enti proprietari da parte della Regione Basilicata. Il P.A.F. è redatto da un tecnico abilitato all’esercizio della professione di Dottore Agronomo o Forestale e, a seguito di istruttoria e successiva approvazione da parte di una Commissione Tecnico Amministrativa (C.T.A.), è approvato in Giunta Regionale.

Tali piani costituiscono la forma più adatta di gestione, tutela e conservazione del patrimonio forestale, essendo strumento cogente che tiene conto di tutti gli aspetti legati al territorio.

In essi, infatti, si prende in considerazione l’organicità degli aspetti territoriali, cercando in questo modo di utilizzare la selvicoltura, al fine di garantire le diverse funzioni che ciascun soprassuolo è in grado di assolvere (Racana et al., 2011). Il suo approccio, infatti, deve essere necessariamente di natura olistica e non può soffermarsi su singoli aspetti separati. I P.A.F., oltre a costituire la forma più adatta di gestione, tutela e conservazione del patrimonio forestale, rivestono anche una importante azione conservativa, specie per le aree protette; è in questa sede, infatti, che è possibile analizzare gli habitat per i quali, anche al di fuori dei redigenti piani di gestione delle aree della Rete Natura 2000, è necessario attuare le “Misure di Tutela e Conservazione” adottate dalla Regione Basilicata proprio per alcune aree SIC con D.G.R. 951 del 18.07.2012.

  Bibliografia

D.G.R. 655/2008 “Approvazione della regolamentazione in materia forestale per le aree della rete Natura 2000 in Basilicata, in applicazione del D.P.R. 357/97, del D.P.R. 120/2003 e del Decreto MATTM del 17.10.2007”.  D.G.R. 613/2008 “Linee guida per la redazione dei piani di assestamento forestale. Ufficio Foreste e Tutela del Territorio”.  RACANA A., BELLOTTI A., TAURISANI R. (2011): Lo stato della pianificazione di terzo livello nei parchi e nelle aree protette della Basilicata – atti del convegno – in Foreste e parchi: gestione, tutela e conservazione (a cura di A.R. RIVELLI, G. DE VIVO, A. SCHETTINO).  D.G.R. 951/2012  D.G.R. n.1925/2007 – Programma Rete Natura 2000 in Basilicata e D.G.R. 1214/2009 – Adozione delle Misure di Tutela e Conservazione per i Siti Natura 2000 Basilicata – Conclusione II fase Programma Rete Natura 2000 per le Aree Territoriali Omogenee 1-2-3-5-6-8-9.

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La Pianificazione Forestale nel Parco

In Italia, il legislatore ha riconosciuto l’importanza dell’Assestamento Forestale, rendendolo obbligatorio per i boschi di proprietà pubbliche (Legge Forestale del 1923), e individuando nel piano economico, l’unico strumento valido, per la gestione dei beni forestali, in grado di attuare quella selvicoltura su basi naturalistiche, che concilia le esigenze produttive con il miglioramento degli ecosistemi forestali, assegnandogli un ruolo fondamentale nella tutela idrogeologica del territorio. Le misure di salvaguardia del Parco, obbligano i Comuni proprietari di boschi, alla gestione secondo piani approvati. Le misure di salvaguardia, allegate al Decreto istitutivo del Parco, con l’ art. 4 lettera c e l’art 5 lettera b – vietano le utilizzazioni boschive non previste nei Piani di Assestamento Forestale  approvati  dall’Ente  Parco,  fatti  salvi  gli  interventi  necessari  alla  prevenzione  degli incendi, gli interventi fitosanitari, le cure colturali e gli interventi selvicolturali ritenuti dall’Ente Parco, opportuni per la salvaguardia dei boschi.

La Regione Basilicata, nella considerazione che con i Piani di Assestamento Forestale è possibile perseguire obiettivi di tutela ambientale e di opportunità economica, al fine di incentivare la pianificazione forestale, concede un contributo per la redazione dei Piani di Assestamento, nei limiti delle risorse finanziarie, nella misura del 70% per gli Enti pubblici e 50% per i privati e/o loro associazioni ( art 21 D. G. R. del 30/04 2008 n. 613).

Nel Parco Nazionale Appennino Lucano Val D’agri Lagonegrese 18 comuni su 29 sono dotati di questo importante strumento di gestione degli ecosistemi forestali, si tratta dei comuni di Abriola, Calvello, Carbone,  Castelsaraceno, Gallicchio, Grumento Nova, Lagonegro, Laurenzana, Lauria, Marsico Nuovo, Paterno,  Pignola, San Chirico Raparo, Sasso di Castalda, Satriano,  Spinoso, Tito, Viggiano. Nell’area parco non risulta alcun piano di assestamento forestale di boschi di proprietà privata approvato dalla regione Basilicata.   In attesa che il regolamento regionale per la redazione dei piani sia integrato da una specifica normativa predisposta dall’Ente Parco, si precisa che i piani di assestamento che rientrano nel perimetro del parco, approvati dalle regione, sono stati redatti prevalentemente secondo le metodologie e i principi proposti dalle Linee Guida dell’Accademia di Scienze Forestali (applicazione del metodo colturale). In definitiva il patrimonio forestale del parco è regolamentato o dalla DGR n 956 del 20/04/ 2000 (norme per il taglio boschi in assenza di piani di assestamento forestale) o dall’applicazione dei piani di assestamento forestale. Alla luce di quanto sopra esposto, in linea con quanto previsto dalle misure di salvaguardia, risulta necessario promuovere e incentivare una gestione degli ecosistemi forestali basati sull’adozione dei piani di assestamento forestale. Il piano, oltre a fornire una conoscenza esaustiva del territorio e delle risorse, resta l’unico strumento valido in grado di conciliare la multifunzionalità dei boschi, al fine di prevenire processi di degrado che sicuramente facilitano gli incendi.

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